Fattori che rendono “aerodinamici”
Passiamo dalla mera teoria alla pratica: cosa dobbiamo fare per essere “aerodinamici”? Ecco una serie di accorgimenti utili per aumentare la nostra efficienza:
• Ridurre la superficie frontale: il primo e più importante aspetto da considerare è la porzione del nostro corpo che lasciamo “scoperta”, cioè che facciamo iteragire con l’aria. Minore è la superficie che impatta con l’aria, migliore sarà la nostra efficienza aerodinamica. Per questo è bene assumere un assetto più curvo sulla bici, che consenta di limitare l’area frontale e che quindi limiti l’iterazione con l’aria: una posizione considerata aerodinamica. A titolo di esempio facciamo questo confronto: pedalando in bici da corsa con le mani sui paramani, la nostra superficie frontale è di circa 68cm quadrati. Spostando le mani sulla parte inferiore della piega e abbassando il capo, la nostra sezione frontale arriverebbe a 43 cm quadrati, quasi il 35% in meno;
• Indossare capi attillati: i vantaggi dall’assunzione di una posizione aerodinamica possono essere completamente annullati dall’utilizzo di capi di abbigliamento ampi e svolazzanti, che offrono un’incredibile resistenza all’aria. Per aumentare la nostra capacità aerodinamica dobbiamo infatti fare in modo che l’aria stessa fluisca attorno al nostro corpo ed evacui senza creare turbolenze ed effetti Venturi indesiderati. I capi devono quindi aderire al corpo e non offrire punti d’impatto con l’aria che arriva frontalmente;
• Utilizzare caschetti idonei: i caschi pensati per le cronometro o per le sfide in velodromo hanno forme affusolate e proseguono ben oltre la nuca. In questo modo l’aria che vi impatta fluisce seguendo la curva dell’elmetto e si disperde oltre la schiena del ciclista. Così facendo la velocità dell’aria non varia e si evita la formazione del famigerato effetto Venturi che fa aumentare la pressione dell’aria dietro la nuca;
• Utilizzare biciclette con conformazioni specifiche: le biciclette per le discipline veloci come le prove a cronometro, il time trial o i record dell’ora presentano telai affusolati, ruote letincolari e manubri particolari (solitamente con appendici) che consentono di limitare la creazione di turbolenze e lo stazionamento dell’aria. Essendo però molto rigidi e specifici, si tratta di prodotti di nicchia, che vanno bene se si vuole correre una cronometro ma che difficilmente si adatterebbero a una granfondo;
Dai punti precedente deduciamo una cosa importante: i maggiori responsabili della nostra “aerodinamicità” siamo noi stessi. Spesso le pubblicità delle case produttrici spingono un prodotto, definendolo “il più aerodinamico” e così veniamo bombardati da promozione di telai aerodinamici, manubri aerodinamici, ruote aerodinamiche. Si tratta di componenti utili a migliorare la nostra efficienza ma bisogna sempre tenere a mente che l’80% dell’efficienza stessa dipende solo ed esclusivamente dalla nostra posizione in sella. Per questo, se volete essere davvero “aerodinamici”, per prima cosa dovrete effettuare un posizionamento in sella che renda possibile la riduzione della superficie frontale. Purtroppo la posizione in bici di tipo aerodinamico è tra le più logoranti e meno sostenibili. Il passo successivo è la scelta di abiti funzionali, che siano attillati e offrano poca resistenza all’aria. Infine verrà la scelta e l’utilizzo di componenti aerodinamici che, è bene ripeterlo, nonostante i costi davvero elevati influiscono sulla vostra efficienza solo per il 20% del totale.